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Название: NATURA E SOVRANNATURA NELLA FILOSOFIA TEDESCA DELLA PRIMA ETÀ MODERNA
Автор: MASSIMO LUIGI BIANCHI
Аннотация:
Nella Germania della prima metà del Cinquecento la teologia della Riforma, insistendo, sia dal suo versante magisteriale sia da quello cosiddetto
radicale, non conformista o nebenre/ormatorisch (ai tempi, spregiativamente,
schwtirmerisch), sulla contrapposizione di interiore ed esteriore, fede e opere,
Grazia divina e umana propensione al male in conseguenza della caduta
di Adamo, consegnava all'allora nascente filosofia in lingua tedesca il non
facile problema dei rapporti tra la carne e lo spirito dell'uomo, tra il mondo
tangibile e visibile di quaggiù e il regno dei cieli, tra la natura e la sovrannatura. In base alla dottrina di Lutero la giustificazione del peccatore davanti
a Dio andava ricercata a esclusione di ogni cosa rientrante nella dimensione
di questo mondo fisico: solo in ciò, scriveva, che è «racchiuso nell'anima e
nella coscienza, non per mezzo della carne e del sangue, delle mani e dei
piedi, ma solo della parola del Vangelo». 1 Corrotta dal peccato originale, la
natura era esposta alla perdita di ogni suo intrinseco valore e a una tendenziale delegittimazione come oggetto di indagine. Su di essa, in accordo con
l'ispirazione paolina e agostiniana della teologia luterana, era fatta ricadere
la colpa di distogliere l'uomo dal divino e di ostacolarlo sul cammino della
salvezza: «Se la natura potesse ottenere la Grazia Cristo non sarebbe necessario come difensore e mediatore. Poiché invece è necessario, ne consegue
che la natura può solo ottenere la negazione della Grazia ( Ungnade)».