Per comprendere la rilevanza del concetto di performance nella vita quotidiana delle società complesse, userò una fiction narrativa.
Immaginate perciò, in una fredda serata dei primi giorni di marzo del
2005, un giovane studente del Nord Italia (Dennis) rimasto a casa, causa
l'abbondante nevicata che si è abbattuta sulla sua città. In mancanza di alternative per passare il tempo libero, Dennis accende la televisione e assiste alle esibizioni dei cantanti impegnati nel 55° Festival della canzone di
Sanremo. Si tratta della solita competizione, abbastanza noiosa per i suoi
gusti musicali: denotata dai toni melensi, dalla prematura eliminazione dei
più bravi, dalla centralità del conduttore e dal coinvolgimento subordinato delle vallette. Nulla di nuovo fin qui. Quest'anno, però, la formula del
Festival prevede qualcosa di diverso dal solito copione: nella quarta serata
gli artisti in gara potranno re-interpretare la propria canzone, mutandone
l'arrangiamento e la composizione dei musicisti, coinvolgendo altri interpreti o persino attori, aggiungendo infine alla normale esibizione coreografie e scenografie originali. n motivo di ciò, a sentire le parole del presentatore, è che le giurie non dovranno più giudicare solo le semplici esecuzioni, ma anche le performance degli interpreti. Ed è lo stesso presentatore, in effetti, a presentarsi come per/ormer: introduce i cantanti, si intrattiene col pubblico nei momenti di stanca, canta, balla, fa da spalla ai comici ospiti, veste momentaneamente il ruolo di opinionista e così via.